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Mi presentai al luogo dell'appuntamento con quindici minuti di anticipo. Il cappuccio del mantello calato sulla testa, mi guardai attorno prima di bussare alla porta della locanda magica più famosa d'Inghilterra.
Immediatamente dallo spioncino apparve la figura di un uomo. Aveva gli occhi rotondi e sporgenti e capelli grigi ed arruffati ai lati della testa, mentre il centro era perfettamente glabro.
- Severage Tuck. dissi, ben attento a non scoprire il mio volto. L'uomo mi fissò per qualche istante, così tirai fuori dalla tasca una lettera, i cui sigillo era ben visibile e gliela mostrai. La porta si aprì immediatamente.
“Sulle scale in fondo a sinistra.” gracchiò l'uomo, che adesso che lo vidi per intero, aveva l'aspetto di un goblin, sebbene più alto e ricurvo. - Grazie. dissi entrando nella taverna. Con una rapida occhiata dal di sotto del mio cappuccio, poteri constatare che il posto era molto malandato, parecchio sporco, ma egualmente frequentato. Il vociare giunse alle mie orecchie con prepotenza e potei percepire molti maghi e molte streghe, ma anche goblin ed elfi domestici al seguito dei loro padrini o padrone. Feci per muovere un passo nella direzione indicatami, ma la voce gracchiante del proprietario della locanda tornò a rivolgersi a me: “Posso portarle qualcosa?” Ci pensai su per un istante, prima di rispondergli. - Una bottiglia di idromele invecchiato, e due calici. e così dicendo, finalmente salgo le scale e raggiungo il piccolo salottino privato che avevamo fatto riservare per quell'incontro.
Mi richiusi la porta alle spalle ed avanzai verso il camino. Passai un dito sul davanzale dello stesso, sporcandomelo completamente di polvere. Sfregai le dita contro il pollice, per ripulirmele dal sudicio. Fissai il camino acceso. Estrassi la bacchetta da sotto il mantello e, puntandola contro lo stesso, lo incantai per essere sicuro che non avremmo ricevuto brutte sorprese.
Poco dopo arrivò il locandiere portando con sé l'ordine che gli avevo fatto. Lo ringraziai, mettendogli nel palmo della mano due galeoni e quello si congedò con una goffa e scoordinata reverenza.
Quando si fu richiuso la porta alle spalle, incantai la stanza in modo che dall'esterno non si sarebbe sentito alcun rumore. Di vitale importanza era la segretezza dell'incontro e di tutto ciò che da questo ne sarebbe scaturito. Non potevamo permetterci nessuna leggerezza.
Mi avvicinai alla bottiglia sistemata sul tavolino. Presa, ne versai un po' del contenuto in un calice, che mi portai alla bocca per sorseggiarne il liquido forte ed ambrato al suo interno. Non mi restava che attendere di essere raggiunto.SPOILER (clicca per visualizzare)privata Solstice;
Edited by «wwg - 26/3/2023, 18:18. -
.William |
Blackwood |
36 anni |
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Umano |
Auror |What we do in life echoes in eternity.© code by high voltage
Edited by Solstice; - 23/4/2023, 14:03. -
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« Voleva vedermi ? » A quella domanda non potè fare a meno di annuire. L'espressione gli si fece seria e grave. Bevve un sorso di idromele e, dopo essersi umettato le labbra disse: - Ci sono cose urgenti di cui voglio discutere con lei. sollevò a quel punto lo sguardo dal bicchiere, per guardare negli occhi l'uomo che aveva davanti.
William Blackwood era un auror inglese, ma non un auror qualcunque. Sulla scrivania del Generale erano arrivati non più di dieci fascicoli, contenente il nome di altrettanti Auror, che erano stati valutati con minuzia quali possibili candidati per quella delicata missione. Niente poteva essere lasciato al caso, nemmeno il reclutamento di quei maghi e quelle streghe oltre oceano, dove la situazione stava degenerando in maniera sempre più veloce e, apparentemente inarrestabile.
Scrutando lo sguardo azzurro limpido dell'uomo che gli stava di fronte, Artemio seppe che aveva bisogno di una prova ulteriore. Non c'era spazio per potersi permettere errori fin dall'inizio.
- Ma prima di tutto... gli fece serio, - Ho bisogno di sapere se è disposto a riporre la sua fiducia in Albus Silente. disse.
La fama di Silente era grande, ma si prestava a più punti di vista. Come ogni grande mago, luci ed ombre costellavano la sua figura, poiché solo le persone semplici potevano permettersi di rientrare in un'unica categoria e restarci in eterno. Statici e monolitici. Albus Silente era un grande mago, per quanto stravagante potesse apparire, e per quante fossero le contraddizioni che accompagnavano la sua storia. Un mago troppo grande per essere costretto in una casella, e per questo motivo attirava su di sé tanto consenso quanto scetticismo.
Artemio Cervantes era fermamente convinto che fosse il solo in grado di poter davvero contrastare Grinelwald e non riconoscere questa verità, equivaleva a mettere tutti in pericolo per mera personale presunzione. Era per questo che il Generale aveva deciso di concedere la propria fiducia e le proprie forze al Preside di Hogwarts e che aveva scelto di usare quel criterio come primo e basilare delle sue collaborazioni future..