Congress of Oddities

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    Una nuova tappa era stata raggiunta. Mai prima d’allora il Circus Arcanus, aveva ficcato nel terreno di Godric’s Hollow i propri paletti, per cui quell’evenienza figurava come un’esperienza unica, imperdibile, da non perdere per nessuna ragione al mondo. Era così e con tanti altri motti ancora che i circensi avevano sparso la voce tra i residenti di quel posto e di luoghi limitrofi. Molti sarebbero stati gli spettatori provenienti da luoghi anche ben distanti da Godric’s Hollow e dalla Gran Bretagna, ma il desiderio di fama, e di introiti, spingeva il Circus ad urlare ed urlare ancora la propria venuta così da poter ottenere il massimo numero di incassi. Non era tuttavia soltanto il mero desiderio economico a spingere a quell’evento, ma la volontà di raggiungere un bacino di spettatori più ampio. Un pubblico vasto che potesse accogliere più di una sorpresa nel corso dello spettacolo.
    Il grosso tendone rosso, stanziava una dozzina di metri dal cimitero del villaggio e prima di raggiungere quello, tutto intorno sostavano artisti di strada intenti ad intrattenere i nuovi arrivati. Tra questi vi era Mister Big Babol, un vecchio mago dall’aspetto stravagante, che faceva divertire grandi e piccini, intrappolandoli momentaneamente in bolle trasparenti come bolle di sapone, in grado di librarsi in aria sopra l’aria montata così da poter godere di uno spettacolo particolare. Mentre stormi di Billiwing volavano impazziti tra la folla, due grossi Sfingi accoglievano i visitatori all’entrata del tendone con saluti o indovinelli.
    Una volta all’interno, presi ognuno il proprio posto sugli spalti, lo spettacolo sarebbe incominciato. Accolti gli spettatori con grida ed applausi, il divertimento aveva preso inizio. Molte erano le creature che si erano susseguite nell’arena. L’ultima era un vampiro donna, poco più sedicenne, che lasciata assetata per settimane era stata poi sfamata lì dinanzi al pubblico con l’innocenza di un elfo domestico che il proprio padrone aveva lanciato nell’arena per divertimento.
    Fu dopo aver riportato via la gabbia contenente il vampiro che il capo circo richiamò di nuovo l’attenzione del pubblico. “Non siete ancora carichi, lo sento, miei signori.” Aveva cominciato, portando una mano sul suo panciotto, arruffandosi i lunghi baffi attorcigliati. “Siete distratti, furfanti!” Aggiunse poco dopo mettendo su un broncio quasi spaventoso che tuttavia durò poco. “Ed è per questo che per il prossimo spettacolo necessito di un volontario.” Si fermò a fissare le persone lì presenti. “Qualcuno che abbia fegato e che abbia la pelle dura da poter affrontare un nemico spinoso.” Una grossa gabbia fu trascinata a forza fino al centro dell’arena, mentre sbuffi spaventosi provenivano da sotto il grosso telo che nascondeva la grossa creatura lì ingabbiata. “O forse dovrei dire, spinato.” Fu a quel punto che il telo fu fatto cadere mentre l’Ungaro spinato lì contenuto sputava fuoco. La barriera che proteggeva gli spalti e le persone lì sedute, deviò il fuoco, creando un circolo infuocato lungo tutto il perimetro dell’arena prima di dissolversi. L’atmosfera si accaldò. “Nessuno nessuno?” Chiese ancora il circense, mentre istigava i più folli a farsi avanti. “Qualora feriti o brutalmente uccisi, il circo assicura un pieno rimborso del biglietto.” Scherzò poco dopo esordendo in una grossa risata.





    OFFTOPIC: Eventi utili ai fini della storyline del WWG potrebbero accadere. Invitiamo i presenti a partecipare numerosi.
     
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    Amava il circo? No. Ne era incuriosito? Sempre. Quelle attrazioni e ogni forma di vita, di socialità, non facevano altro che alimentare la sua curiosità per l'animo umano e non era mai sazio di accumulare quelle informazioni nel suo di animo.

    All'apparenza apatico nei lineamenti e nella postura del viso, mentre la schiena tenuta dritta, un percorso svolto superando le due sfinge e rispondendo ad un indovinello ancora prima che questo venisse formulato, non aveva tempo da perdere, per quanto fosse un Corvonero, la ricerca della conoscenza era ben altra, soprattutto quando nella sua mania del momento aveva in mente tutt'altro. Doveva scovare cosa avesse spinto il Circus Arcanus nell'arrivare fino a Godric's Hollow, non per paura delle novità, ma per essere preparato ad esse bisognava scorgere occhio e orecchio dappertutto, come normale passante, scorge il suo orecchio nelle direzione degli artisti e saltimbanco. Ha osservato Mister Big Babol dalla lontananza e schiva uno stormo di Billiwing chinando il capo in tempo, tutto con relativa calma e placidità. Giunge al suo interno dunque e si cela tra la folla, la sua capacità preferita, si guarda nei dintorni come nel cercare segni delle alte cariche, sia mai avesse un lavoro in sospeso, per quanto la sua copertura fosse più importante come Insegnante di Volo, si mantiene pronto ad ogni occasione.

    Scruta con sguardo freddo dell'elfo domestico divorato dalla vampira e lo sguardo si concentra sulla creatura, spalanca gli occhi, non c'è sorpresa, solo curiosità in una creatura simile e la segue con le pupille contornate dalle nere iridi nel rendere il suo sguardo più profondo. Inspira e sbuffa quando l'oggetto del suo interesse svanisce per concentrarsi sul presentatore, il capo del circo, sente dell'annuncio e sbadiglia leggermente, conscio di cosa può venire fuori dalla parola "spinoso" ma anche dall'enormità della tenda, il soffio ne fece interrompere lo sbadiglio e lo sguardo, per mancanza di fiducia nel prossimo estraneo, va sul terreno per verificare di un incantesimo protettivo e alle fiamme bloccate, nessuna paura mostrata.

    «. . .»

    Un sospiro stanco alla proposta delle persone, aveva voglia di indagare, di scoprirne di più riguardante il luogo ma per il momento rimane con le braccia intrecciate, in attesa di un prode cavaliere di qualsiasi sesso che potesse distrarre i suoi dintorni e permettergli di poter ficcare il naso meglio. Nel mezzo di una delle sue manie. Corruga la fronte e poi si sposta verso il capo del circo con uno sguardo fisso, involontariamente scortese. Mentre si trova lì immerso nei suoi pensieri e nei suoi comodi si può avere modo di descriverlo; un uomo alto sul metro e ottantotto, un fisico allenato per quanto non appaia sul corpo si può notare la larghezza delle spalle, spalle nel venire accentuate proprio dal soprabito, una giacca nera con due gemelli a forma di corona rovesciata -suo simbolo di casata-, una camicia bianca al di sotto coperta dalla giacca abbottonata solo dal bottone centrale e alle gambe si trova un pantalone nero tenuto su da una cintura in cuoio scuro, ai piedi delle scarpe nere lucidate per essere abbinate con il resto del completo. Ha in una fondina interna la sua bacchetta, scorrendo dentro la fondina, in un compartimento celato, si può trovare la bacchetta del fratello nei casi di emergenza e qualche galeone nelle tasche, il giusto per potersi "divertire", o meglio, reggere la parte del semplice avventore, nonostante lo sia, ma in quegli anni non c'era mai facilmente pace.



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    Irina Cléophée Hais Tanberg

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    Il Circus Arcanus era di certo uno di quei luoghi che riuscivano ad attirare senza fatica l’attenzione dei maghi. La famiglia Hais non aveva fatto eccezione ed, in passato, Irina ricordava come i suoi genitori avevano organizzato un viaggio in Gran Bretagna appositamente per portarla a vedere le famosi attrazioni che il circo offriva. Certo, era trascorso molto tempo da allora, ma Irina ricordava piacevolmente quei momenti trascorsi in famiglia. Così come allora, anche Irina e suo marito avevano deciso di dedicare un po' del loro tempo a farsi visita al Circus Arcanus, mostrandosi insieme per mostrare agli occhi esterni quanto fossero una coppia unita, forte.
    Mera apparenza atta a mantenere una certa reputazione, qualcosa di certamente utile nel mondo dell'alta società, dove tutto veniva osservato e giudicato.
    La coppia di sposi era dunque giunta a Godric's Hollow tenendosi l'una aggrappata all'altro, muovendosi su richiesta della donna verso Mister Big Babol, dove ella si lasciò intrappolare in una di quelle bolle per farsi librare in aria e godersi il panorama, attimi in cui alla giovane sembró di rivivere i momenti con i genitori. Ma fu una questione di poco, perché tornata con i piedi per terra, la spiacevole compagnia del suo sposo la condusse all'interno del tendone, superando le sfingi che rivolsero loro dei saluti. Diretti sugli spalti, presero posto non lontani da Morgan Rottencrown. I due infatti erano giusto due file davanti a lui, posti leggermente sulla sua destra. Avevano osservato le varie attrazioni che il circo aveva avuto da offrire ed Einar era apparso particolarmente divertito dal tutto, arrivando ad applaudire sonoramente nel vedere il povero elfo domestico divorato dalla vampira. Irina invece aveva storto appena le labbra, sollevando lo sguardo verso il marito ma abbozzando un lieve sorriso verso di lui. Erano in pubblico in mezzo alla gente, dopotutto. Dopo quel momento, il capo circo prese parola ed Irina spostò l'attenzione verso di lui, ascoltandolo con attenzione. Aggrottò con fare pensieroso le sopracciglia nel sentire l'aggettivo con cui aveva descritto la seguente creatura, ma un piccolo sorrisino fece la sua apparizione nel momento in cui ci fu una piccola ma tanto fondamentale specifica. Un Ungaro Spinato era di certo un avversario ostico e lo dimostrò nel momento in cui soffiò il suo fuoco contro la barriera protettiva, causando gli ennesimi applausi entusiasti di suo marito e di molti dei presenti. Lei anche applaudì, stavolta, osservando con fare entusiasta il dragone.
    « Dovresti proporti, con le tue grandi abilità potresti innalzare ancora di più il nome dei Tanberg. » gli sussurrò con una voce che pareva miele. Il suo fine tuttavia non era affatto amorevole o votato al bene della famiglia del marito. Si poteva infatti dire che la bella Hais puntasse più al rimborso del biglietto (!), cogliendo un'occasione improvvisa e ghiotta. La giovane donna si alzò in piedi e si mise sulle punte sventolando la mano per farsi notare.
    « Lui vuole partecipare! » esclamò con un sorriso arrogante, indicando il marito che, preso alla sprovvista le lanciò un'occhiataccia, ma alla fine annuì, puntando lo sguardo verso il presentatore. Doveva solo sperare che quelli del circo lo scegliessero e che poi il drago facesse il suo lavoro da creatura pericolosa.






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    Einar Tanberg é un PNG ed é il marito di Irina, fategli quello che volete se volete v_v


    Edited by Irina~ - 25/8/2022, 21:07
     
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    C'era voluto un po', ma era valsa la pena aspettare. Il circo sapeva fare la sua sporca figura e sebbene alla Goodwin non fosse concesso prendersi alcun merito, provava un leggero senso d'orgoglio interiore nell'osservare ciò che era stato tirato su anche per merito suo. I suoi occhi scorrevano curiosi sui volti degli spettatori, illuminandosi di un anomalo divertimento nell'assistere alle reazioni inorridite di chi non sapeva quanto in là sapesse spingersi quel circo degli orrori. Erano limpidi e brillanti, liberi dalla consueta cascata di capelli spettinati che solitamente li incorniciavano.
    Si era tirata a lucido, indossando un vestito bordeaux pulito e svolazzante, legando i capelli in una coda di cavallo quasi ordinata e rubando prendendo in prestito una pennellata di trucco rosso da Madame Seraphine, una delle primedonne di quella gabbia di matti. Sarebbe persino sembrata una ragazzina educata ed a modo, se i suoi modi inevitabilmente impacciati e la sua iperattività non avessero tradito ogni apparenza.
    Si aggirava per gli spalti infastidendo questo e l'altro spettatore. Di rado decideva di giungere in soccorso di chi non reggeva i colpi delle scene più raccapriccianti; avrebbe voluto avvolgerli in un abbraccio caldo, ma non ci teneva per nulla a finire in strada per un comportamento poco consono a ciò che il capo le imponeva.
    Decise a quel punto di concentrarsi su chi appariva più propenso alla partecipazione. Esultò senza alcuna grazia, quando una signorina indicò l'uomo che la accompagnava per proporlo come avversario della bestia che si muoveva in scena.
    'Ci piacciono le donne che prendono l'iniziativa! Ma mi vien da pensare che a lei non piaccia molto il suo accompagnatore, signora.' Squittì senza limiti in loro direzione, ad appena due spalti di distanza. La sua voce sarebbe dovuta apparire ben udibile dall'altra - qualcuno aveva già preso a ridere alle considerazioni della Goodwin, altri scuotevano il capo attendendo si spostasse per liberare la visuale.
    Si voltò a quel punto verso un tacito ospite dai capelli biondi, sedendo al suo fianco senza chiedere alcun permesso prima di recuperare dalla propria tasca una biglia rossa brillante.
    'Lo vuole fare un gioco?' Si apprestò a quel punto a spiegargli le regole, prima ancora che potesse accettare o meno. 'Se indovina in quale mano ho nascosto la pallina, la accompagno sul palco come volontario quando arrivano le belle signore.' Era un trucco? In parte. Le "belle signore" citate avrebbero con tutta probabilità potuto trasformarsi in chimere assetate di sangue, ma al signore lì di fronte non era dato saperlo.
    Preparò le mani, rigirando la sfera luccicante dietro la schiena, per poi allungare i due pugni chiusi verso il proprio interlocutore. 'Stia tranquillo, non barerò, non sono una maga.' Quella era la cosa più sincera uscita dalle sue labbra.




    Interazioni: Irina, Morgan.

     
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    Lo sguardo dell'uomo si sposta verso la coppia Tanberg, silente osserva e studia i loro movimenti, uno spettatore, come è sempre abituato ad essere nello scrutare da lontano, con occhi interessati, sempre curiosi alla fine, ma di poco più brillanti nel soffermarsi sulla donna, un grande mutamento in un viso adattato all'apatia, per poi poter interpretare ogni ruolo e ogni mente, non fisicamente come un metamorfomago, ma la magia aiuta anche in questo, mentre lo studio delle personalità e la sua interpretazione non è genetica solo studio e talento. Osserva anche la scena creata da lei per lo spingere il marito nell'andare contro la creatura e soffia un sorriso, ma esso è amaro, una consapevolezza di intenzioni unita ad una impotenza nel mutare una storia di cui avrebbe cambiato ogni riga per aiutarla. L'incapacità di capire se intromettersi in tale vita, per quanto la domanda di "Con quale diritto?" sfuggiva nella sua mente in una tonalità infastidita, così da fargli indurire i lineamenti del viso per un solo secondo e ritornare così il solito apatico Morgan. Doveva pensare all'utilità del suo compito, così anche ad eventuali messaggi lasciati dal ministero per lui, qualora ci fossero ordini da eseguire o semplicemente caos da cui può dare una sistemata, nell'ombra, le medaglie poteva lasciarli ad altri, lui voleva il potere accumulato dalle sue azioni, fiducia e spazio di manovra all'interno degli Auror, così anche compiti speciali, anche se tutt'ora si chiede come mai sia stato mandato ad Hogwarts.


    Il suo permanere fermo quanto concentrato viene interrotto dall'arrivo di una fanciulla, ella viene studiata partendo dai lineamenti e in successione gli occhi, il suo nero quanto profondo sguardo si impunta sulle iridi come se ne potesse scorgere chissà quali segreti dalle sue reazioni e dai suoi movimenti. Una proposta di un gioco. Inspira con le narici e sbuffa da esse per proseguire con un sollevare del mento, piega il capo di lato, per poi sussurrare repentino.


    «Giocherò, ma no. Un uomo ad una certa età sa bene quando ha trovato la donna giusta e infangarla con l'intento di prodigarsi in altre, è poco rispettoso per le proprie convinzioni, le quali perderebbero valore, così anche per la donna scelta che si sentirebbe tradita e non avrebbe motivo di fidarsi dell'uomo.»

    Spiega i suoi punti di vista e ascolta tale affermazione, piega il capo di lato, pone ambedue le mani nel tentativo di raggiungere i polsi altrui, ma ancora prima di farlo, mormora.

    «Permettete, signorina. Io non userò magia ma qualche trucco del mestiere.»

    Afferma con relativa calma mentre, se ella lo avrà concesso, muoverà ambedue le mani per cercare di avvolgere dei polsi altrui, con particolare attenzione nel porre il pollice al centro del polso. Ne controlla il ritmo cardiaco e così anche nell'imporre lo sguardo, per quanto apatico, profondo sul suo sguardo per procedere per piegare il capo di lato.

    «Farò una affermazione da non confermare come mia scelta.»

    Premette e piega il capo di lato, verso destra, pronto nel dire qualcosa, cerca di capirne dal battito cardiaco sentito nel polso, una capacità appresa da Auror ma anche durante le infiltrazioni dove assicurarsi di non uccidere o di non lasciare morti poteva rivelarsi importante così come l'eventuale massacrarli, inspira con le narici per proseguire in un mormorio.

    «Potrei considerare la pallina a destra.»

    Le labbra sono ancora schiuse per cercare di indurre tensione, studiare ogni reazione, la lingua viene portata sull'inferiore in un movimento lento, senza malizia, quanto più fatto con fare riflessivo e così prosegue in un lento.

    «Ma.»

    Qualora avesse percepito tensione, quel "ma" avrebbe dovuto una reazione leggera di sollievo in un soggetto comune, anche se in un gioco, ma non proferisce parola, solo si limita ad ascoltare i segnali per garantirsi una risposta sicura. In caso di rilassamento avrà pronunciato "Destra" o in caso di una tensione sentita "Sinistra". Le due alternative sarebbero state: in mancanza di reazione ad ambedue le situazioni, avrebbe scelto Sinistra, così anche qualora ella avesse rinunciato al tocco, senza quella scenetta, sarebbe stata Sinistra, scelta casuale ma di cui si sentirebbe sicuro senza alcun tipo di sfruttamento delle sue capacità da infiltratore e psicologo.


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    Edited by Morgan Rottencrown - 10/5/2022, 17:38
     
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    La prima dello spettacolo, rendeva tutto il personale irrequieto. Tutto doveva essere perfetto, pena la furia di Skrynder, così ognuno si muoveva come impazzito per assicurarsi che ogni cosa fosse al suo posto. Il timore di una rappresaglia da parte del proprio padrone, faceva sembrare il loro fermento quasi interesse e per qualche incomprensibile ragione finiva col diventarlo.
    Si intrufolò tra gli spalti ricolmi, mentre il presentatore accoglieva gli spettatori con promesse di nuovi colpi di scena. Kyril poteva assicurare ce ne fossero, vista la creatura che di lì a poco si sarebbe esibita ma non azzardò a proferir parola, lasciando che la curiosità alimentasse lo stupore dei presenti. Fu quando tra la folla individuò Maesi che si fermò. Lei era solita intrattenersi con i partecipanti all’evento nel tentativo di sollazzare il suo animo infantile, di divertirsi insomma come poteva. Non avrebbe potuto certo biasimarla, sebbene non condividesse i suoi mezzi. “Maesi, non disturbare gli spettatori.” La rimbeccò con fare giocoso, quasi come un fratello maggiore, sebbene troppo spesso finisse con l’essere odioso anche nei suoi riguardi. Era una prerogativa del suo essere, una caratteristica a cui proprio non riusciva a rinunciare.
    In quel momento, prima di superare Maesi ed il suo interlocutore, notò un volto familiare su cui indugiò per più di un attimo. Sul suo volto spigoloso comparve un sorriso, mentre si avvicinava alla guaritrice, ignaro del fatto che l’uomo al suo fianco fosse il suo accompagnatore, o ben altro. “Ehi Doc.” Avrebbe voluto salutarla con un gesto più affettuoso della distanza che invece le concesse. Era estremamente bravo ad approcciare creature ed annichilirle, ma con gli esseri umani mostrava tutte le sue difficoltà.
    “Se avessi saputo venissi qui, avrei fatto srotolare un tappeto rosso solo per te.” Scherzò quindi con quel fare incauto e indefinito che erano solito utilizzare tra loro. Fu in quel momento che si accorse dell’omone lì di fianco, indirizzando verso l’altro un cenno del capo. “Lui chi è? Un tuo amico?”


     
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    Irina Cléophée Hais Tanberg

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    Il circo aveva indubbiamente divertito Einar sotto ogni suo aspetto. L'omone di Durmstrang aveva riso parecchio alla vista delle creature e degli spettacoli che quel luogo aveva da offrire, era indifferente quanto ciò fosse degradante, ingiusto o brutale. Si poteva anzi affermare che forse erano proprio le condizioni di quelle creature a farlo ridere tanto. Einar, dopotutto, era una persona molto semplice: credeva nella legge del più forte e, nella sua testa, il più forte era lui. O, in quel caso, i maghi che non si facevano problemi a schiacciare le creature inferiori. Quello che accadeva al circo, per Einar, era del tutto naturale. Nemmeno la suadente proposta di Irina riuscirono a rovinare il suo umore, anzi. Seppur all'inizio fosse stato visibilmente preso in contropiede, la sfida contro il dragone sembrava essere tanto pericolosa quanto allettante. Irina sapeva quali fossero i punti scoperti di Einar e in quel momento ne stava approfittando per tentare di convincerlo a gettarsi a capofitto in quella sfida. Se questo faceva di lei una "cattiva" non le importava molto, ma le parole di MAESI, riuscirono ad attirare la sua attenzione. Il corpo ruotò leggermente in sua direzione e la testa venne sollevata un poco verso l'alto, permettendole di incontrare il volto giovane della ragazza che le aveva rivolto parola. La scrutò per qualche istante con uno sguardo indecifrabile, ma quando quel brevissimo momento passo, le labbra si piegarono in un sorriso leggero.
    « Che schiocchina! » esclamò con un tono piuttosto divertito « Se non mi piacesse, non lo avrei sposato. Credo solo nelle sue capacità e nel fatto che tra tutti, sia certamente il migliore dei maghi. » proseguì con un sorriso piuttosto dolce. Le sue parole non erano vere, ma Irina aveva imparato quanto l'apparenza fosse importante per mantenere un certo equilibrio. Se, in quel momento, salvare la faccia significava passare per la scema ingenua, allora Irina sarebbe passata per quella che non sapeva cosa stesse dicende. Una povera e piccola strega innamorata persa del suo compagno. Fu proprio in quel momento peró che notò la conosciuta figura di MORGAN. L'osservò per qualche attimo, sollevando una mano per portarla ad accarezzarsi delicatamente il collo ed i capelli, in un gesto lieve ed innocente che passó inosservato agli occhi di Einar.
    « Rottencrown, non mi aspettavo di vederti qui. » confessó, tornando poi su MAESI. « É bravo negli indovinelli, forse dovresti proporgli qualcosa di più difficile. » le suggerì pensierosa, forse per distrarre proprio l'ex Corvonero mentre faceva i suoi trucchetti. L'attenzione venne poi spostata su un'altra figura appena essa entró nel suo campo visivo. Le sopracciglia si sollevarono appena quando KYRIL le si avvicinò, salutandola in modo informale e rivolgendole una delle loro solite battute. Lei lo osservò incerta e si morse leggermente il labbro inferiore, trattenendo il sorriso divertito che stava per nascere. Se c'era qualcosa che sia Morgan che Kyril sapevano, era che Irina era il tipo di persona che scherzava piuttosto volentieri, soprattutto se si era sviluppato un certo grado di confidenza.
    « Il rosso é il colore che preferisco. » gli rispose, abbozzando un lieve sorriso, rendendo ancora più evidente che ci fosse qualcosa che non andava. Le dita delle mani andarono a torturarsi tra loro ed appena Kyril nominò il suo accompagnatore, ella voltò brevemente il capo verso Einar, che si era messo a fissarli. « Lui é Einar Tanberg, mio marito. » spiegò con un sorriso imbarazzato ed uno sguardo che già sapeva di scuse. L'omone, infatti, stava osservando KYRIL con aria di scherno. « Uno studente? » bastarono le due parole di Einar a far nascere il desiderio di sparire nel cuore di Irina. L'erede dei Tanberg era sempre stato un tipo con certe convinzioni ed ogni volta non perdeva occasione di dimostrarlo davanti agli occhi della sua sposa. « Uno che ha paura del lavoro vero sul campo... » disse ancora l'uomo lanciando uno sguardo verso MORGAN « ...ed un piccoletto. Delle conoscenze discutibili, Irina. » tornò su KYRIL per qualche breve istante e poi portò lo sguardo sul presentatore, attendendo che finalmente scegliesse qualcuno da mandare contro la bestia, mostrandosi pronto a scendere in campo. La Hais, nel mentre, era impallidita per tutta una serie di ragioni, alcune delle quali erano piú o meno ovvie. In quel momento, tuttavia, le parole le stavano morendo nella gola e riusciva solo a guardare Kyril ed a scuotere la testa, pregandolo silenziosamente di non prendere strane iniziative o replicare. Se Morgan poteva trattenersi classificando il Tanberg come una testa di mandragola a cui piaceva dare inutilmente aria alla bocca, non era sicura di come Kyril avrebbe potuto reagire. Irina, di fatto, sperava che la situazione si risolvesse tramite il presentatore e un Einar pronto ad essere mandato in pasto al dragone.






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    « Irina »
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    Interazioni: Maesi, Morgan, Kyril.

    Scusate il ritardo >-<


    Edited by Irina~ - 25/8/2022, 21:07
     
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    Era la prima volta che aveva modo di visitare il circo ed era estremamente grato a chi aveva permesso agli studenti di poter uscire dal castello per vivere quell'esperienza. Silenzioso e tirato a lustro per quell'evento avanzava tra la folla, schivando per un pelo lo stormo di Billywig che sfrecciavano sopra le teste dei passanti. Creaturine magiche che con il loro volo avevano obbligato il Serpeverde ad alzare gli occhi verdi così che lui le seguisse visivamente. Una mano del ragazzo era stata fatta passare tra i capelli a sincerarsi che nessun ciuffetto cenere fosse fuori posto e solo dopo quel gesto si era reso conto di trovarsi di fronte alla enigmatiche sfingi, chaperon in qualche modo di quello spettacolo. Se loro guardavano con sguardo intellegibile gli avventori, lui ricambiava quell'espressione esibendosi solo in un mezzo soddisfatto quando venne il suo turno di rispondere all'indovinello che gli permetteva di addentrarsi nel cuore di quello spettacolo itinerante: il grande tendone. Per assistere allo spettacolo aveva scelto un posto piuttosto defilato e laterale, rimanendo in piedi e con lo sguardo fisso al presentatore che andava ad introdurre la vampira affamata. Nel vedere il piccolo elfetto domestico lanciato in pasto alla creatura e sbranato brutalmente, d'istinto, storse il naso in una smorfia schifata accompagnata da un leggerissimo aggrottare della fronte. Le braccia venivano conserte e con il capo che si chinava appena andava a bofonchiare un "Che schifo" carico di disprezzo nei confronti della vampira che veniva portata via. L'attenzione, ad ogni modo, andava tornando sul palco nel momento in cui veniva annunciato l'incontro con l'Ungaro Spinato. Lì, subito, lo sguardo andò a guizzare di viva curiosita e passato sui vari avventori per studiare, silente, chi fosse così coraggioso da lanciarsi in pasto al drago. Per vedere meglio se qualcuno aveva intenzione di fare il passo richiesto dal presentatore si era pure messo in punta di piedi, così da scrutare meglio le movenze e il fare dei vari presenti. Nell'esaminare come una specie di pallido avvoltoio la folla si rese conto che c'era qualche volto conosciuto, perlopiù professori, ma decise di limitarsi a guardarli da lontano a meno che qualcuno non lo avesse conosciuto nei suoi lineamenti aspri e in quella carnagione pallida. Indosso portava un elegante completo verde bottiglia e così ben vestito si poteva notare come le spalle fossero ingobbite a furia di stare sulle pergamene. Così attendeva di scoprire chi avrebbe affrontato il temibile Ungaro Spinato
     
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    “Oh. Wow. Marito.” Indirizzò uno sguardo verso la guaritrice, chiedendole, seppur senza aprir bocca, quanto fosse seria. A ben pensarci, nonostante non fossero poche le volte in cui si erano visti, non poteva certo dire di conoscerla perfettamente. Le loro conversazioni mentre lei lo ricuciva, erano ben lontane dalle rispettive vite private. Ora Kyril si rendeva conto di non essere il solo a voler nascondere la propria realtà a tutto i costi. Conosceva le sue ragioni. Si chiedeva però quali potessero essere quelle della doc.
    Avrebbe scherzato con Irina come aveva sempre fatto, se le parole del marito - marito?! - non avessero punzecchiato il suo orgoglio. E più dell’implicita offesa sulle sue apparenze su cui avrebbe comunque potuto passare su, era l’arroganza con cui gli si era rivolto a scaldarlo, rendendolo inquieto. Strinse i pugni mentre serrava la mascella ed indirizzava altrove lo sguardo. Tentativi, vani, di sedare il tumulto che gli alzava ed abbassava il petto ad un ritmo più veloce del consueto. Sistemò meglio il cappuccio sui capelli, come a voler celare un repentino cambio di colore che non avrebbe potuto governare.
    “Mister Tanberg la mia statura vi inganna. Ho più anni di quanti lei mi stia dando in questo momento.” Riuscì a dire poco dopo, allargando le labbra in un sorriso stirato, falso. Le mani a stringere l’orlo del mantello per tentare di nascondere la voglia che aveva di colpirlo. Essere sminuito infiammava il suo orgoglio, rendendolo ingestibile. Quasi un bambino capriccioso. Quando qualcuno osava punzecchiarlo a riguardo, si sentiva in diritto di dimostrare quanto fosse in torto. Era se stesso che provava a convincere.
    “Ma posso mostrarle la mia carta d’identità se non si fida.” Annuì poco dopo, mantenendo su quella farsa di finta cortesia. Fece scivolare il suo sguardo sulla sua amica. Avrebbe dovuto tacere per lei ma era ormai troppo oltre il limite per riuscir a darsi un contegno. “La potrò così rassicurare sul fatto che sua moglie ha frequentazioni mature abbastanza.” Così azzardò quelle parole, nel tentativo di pungolare l’altro in egual misura.



    Interagito con Einar ed Irina
     
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    Non si ritrovava spesso a pentirsi delle scelte intraprese. L'intervento dello spettatore cui decise di rivolgersi tuttavia le provocò uno spontaneo ed ingenuo senso di noia che ben poco avesse a che fare coi modi gentili dell'altro. C'erano troppe articolazioni in risposta ad un gesto che prevedeva una replica imprescindibilmente lineare, per la ragazzina: destra o sinistra. Seguì per tal motivo metà delle parole dall'altro pronunciate, prima che l'intervento di Kyril la distogliesse da nozioni che, per quanto interessanti, risultarono prive d'attrattiva per lei.
    'Ma è un povero uomo solo, gli faccio compagnia!' Intervenne limpida, rendendosi conto l'istante appena successivo di dover prestare attenzione alla voce della signorina in compagnia del marito. Una risposta discutibile quella che giunse alle sue orecchie, ma l'insistenza avrebbe potuto disturbare la ragazza, e disturbarla avrebbe comportato una lamentela al padrone del circo, e le lamentele erano inevitabilmente causa di guai e temibili punizioni.
    Non poté tuttavia non rifilarle una smorfia dispettosa, prima di tornare al proprio interlocutore e alla sua strana scelta. Non ebbe neanche il tempo di schiudere la mano, prima che quel "ma" risuonasse tra loro come un ennesimo ostacolo al suo divertimento. E Maesi in fondo non era che una bambina capricciosa che ricercava la semplicità attorno a sé. Quel rompicapo avrebbe pericolosamente messo a dura prova la sua pazienza; si sentì quindi costretta alla resa.
    'Sì, non ci ho capito molto, bastava rispondere "destra" o "sinistra".' Si rivolse alla signorina, una conoscente del presunto "prestigiatore" o comunque quell'uomo potesse essere definito. A quel punto, schiuse entrambe le mani, l'aria annoiata in volto che lasciava spiccare l'indifferenza con cui, piuttosto che partecipare equamente a quel gioco, avrebbe fatto in modo di terminarlo senza vincitore alcuno.
    'Sa che c'è? Gliela regalo comunque, ma non la usi per far inciampare qualcuno.' Disse quindi all'altro, ripensando tra sé e sé a tutte le volte in cui aveva effettivamente provato a lanciare una di quelle biglie tra i piedi dei colleghi. Doveva pur divertirsi in qualche modo, no?
    Passò a quel punto in rassegna i volti di altri spettatori. Fu attirata da un elegante signore vestito di verde, le spalle un po' ingobbite, che si illuminò nel momento in cui i primi prodi poveri disgraziati uomini impettiti si avvicinarono al drago che dava sfoggio di sé tra la folla urlante. Doveva essere uno di quei folli - così lei li vedeva - che apprezzava spettacoli tanto raccapriccianti. Si chiedeva spesso come la sofferenza altrui potesse sollecitare il divertimento di chi vi assisteva, ma forse era troppo piccola ed immatura per potersi rendere conto di come quel mondo girasse, nonostante tutto.
    'Che bel vestito!' Saltellò senza grazia al fianco di quel ragazzo, alla fine evidentemente più giovane di ciò che le spalle curve le avevano suggerito. 'Sa cosa ci starebbe bene? Un bel fiore bianco.' Era costretta a dargli del "lei", perché spettatore e perché, in ogni caso, un essere umano meritevole di rispetto a differenza sua. Un dettaglio controverso che si era ormai stabilmente piantato nella sua anima.
    Tirò a quel punto fuori dalle tasche del proprio vestito un fiore sgualcito, dai petali bianchi appena appassiti e per nulla candidi, prima di infilarlo senza permesso alcuno nel taschino di quella giacca dalle trame verdine. 'Le interessano i massacri, eh? Può sempre andarlo a posare sul petto di chi non sopravvivrà a quell'adorabile bestiola.' Propose infine, lasciando scivolare le gemme limpide sui non così abili tizi che si ritrovarono a correre in cerchio per sfuggire alle grinfie dello spinato.




    Interazioni: Kyril, Irina, Morgan, Adolph.

     
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    Sguardo repentino nello spostarsi in direzione di IRINA quando ella ne pone saluto in sua direzione, così come nei suggerimenti dell'altra verso MAESI, in un attimo si distrae anche, dove replica il gesto della ragazza con il pollice nel segnare il lato destro del collo e spinge i polpastrelli. Ritorna dunque al gioco e così aveva ottenuto il successo sperato, in un luogo così frenetico, non poteva di certo chiedere pazienza e questo dettaglio era conscio nella sua mente, tant'è di come il premio viene preso e messo nel suo taschino con le dita nel tamburellare lì, un mimare il voler tenere al sicuro dello stesso dono, con un sussurrato.

    «Non prometto nulla del genere.»

    Il suo sguardo si posa dunque verso IRINA con tanto di trionfante sorriso leggero per sollevare delle spalle.

    «Tutti gli indovinelli sono facili se la risposta è spazientire chi lo pone.»

    Mormora senza farsi problemi nello scoprire i suoi propositi meno nobili su chi cercava di intrattenerlo. Anche perché la sua attenzione viene prima spostata in direzione di ADOLPH e uno sguardo annoiato si palesa sul viso, raramente lo sguardo del professore era spento come il resto del viso, difatti persona curiosa di natura, studia con noia il ragazzo nonché suo studente.

    «Hall. Schiena dritta e chiedi permesso più che sollevarti sulle punte. Sono in pausa. Non farmi intervenire per salvarti da un Ungaro Spinato.»

    Sbotta severo in una tonalità palesemente annoiata, una frase da Rottencrown, un ribadire di come fosse spesso in pausa -anche per gli orari decisamente ridotti del suo lavoro- ma di come qualsiasi fosse stato il pericolo o lo studente in pericolo sarebbe intervenuto, con il massimo impegno e il minimo piacere, aggiungerebbe, ma preferisce concentrare il suo sguardo altrove. Soprattutto quando viene richiamato dal marito di IRINA, schiude le labbra, pronto nell'intervento più pacato possibile ma alla reazione di KYRIL spalanca gli occhi e li socchiude rapidamente, preso in contropiede da una variabile così casuale, piega il capo di lato e si fa avanti, passeggia con nota più sicura e così cerca di affiancare lo stesso Reclutatore così da superarlo di mezzo passo.

    «Dei codardi non parlano i giornali quando si dimettono. Però!»

    Esclama in una pausa per guardare lo stesso negli occhi, con ammirazione, finta e abituato nell'impersonare individui ben lontani da sé, per fortuna, così anche come immaginare cosa chi ha davanti può reagire alle sue parole e sa di come tutto possa essere un mezzo codice rosso. Difatti non guarda IRINA adesso, così da vicino, si concentra sul marito e procede.

    «E' da ammirare un punto di vista differente. Spesso le persone sono codarde nel mancare occasione di rivolgere i loro pensieri solo perché in pubblico e vi fa onore, Mr. Tanberg.»

    Un sorriso leggero e lo sguardo si abbassa leggermente, solo per un secondo si poggia su quello dell'altra, in un segnale muto. Così come un muto segnale è il pollice destro nello sfiorare il fianco con l'unghia e un compiere di un movimento circolare in senso orario. Qualcosa di invisibile talmente è leggero. Seguito dal polpastrello del pollice repentino nel toccare in due colpetti la nocca dell'indice.



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    Quel volantino che aveva trovato per puro caso in una via ad Hogsmeade indicava data e luogo in cui si sarebbe tenuto un evento a cui non voleva assolutamente mancare. Motivo principale? Non era mai stata al circo. I suoi non gliel'avevano mai permesso, e così ad una certa aveva pure smesso di provarci. Però le cose adesso erano diverse. Quel giorno, il 5 maggio, si era precipitata a Godric's Hollows ed aveva acquistato il biglietto, con indosso un modesto abito dai colori pastelli ed una borsetta a tracolla abbinata, sorridente e decisa a gustarsi finalmente un pomeriggio al circo. Pareva una ragazzina di nove anni la mattina di Natale. Non riusciva a ricordare di aver mai visto niente di simile, in particolare si era soffermata incantata ad ammirare gli artisti di strada che con i loro giochi stavano riuscendo a coinvolgere un ottimo numero di partecipanti. Si era fatta intrappolare ovviamente nella bolla, ed aveva guardato giù attraverso la bolla. Da lì c'era tutta un'altra visuale.
    Ben presto fu il turno del tanto atteso spettacolo, perciò si affrettò ad entrare in quell'enorme tendone rosso e a prendere posto. Ne scelse uno a caso, nelle prime file in alto, e si sedette tenendo in grembo il suo pacchetto di caramelle che le avevano dato gentilmente insieme al biglietto acquistato. Aveva seguito i presenti in un breve applauso, con gli occhi puntati verso il centro ed un sorriso che in quel momento pareva essere eterno.
    Sbagliato.
    Il sorriso si spense nell'esatto momento in cui vide la ragazza vampiro, e non solo. Si era fermata anche dal gustare le caramelle rimanendo con la bocca leggermente aperta. Aveva dovuto avvicinare una mano a coprirla, rimanendo di sasso a quella visione. Quindi era questo il circo? Un'altra gabbia? Lanciando qualche fugace occhiata tra le persone vicine, aveva potuto notare come a molti era piaciuto. Lei invece provava solo l'istinto di trascinarla via da tutto ciò. L'aveva seguita con lo sguardo fino a vederla sparire nel backstage, chiedendosi preoccupata cosa ci aspetta adesso? Beh sicuramente mai e poi mai si sarebbe aspettata un..un drago?! Era davvero un drago?! Sobbalzò sul posto scivolando all'indietro dopo una serie di mosse assolutamente non volute, che portarono ad un effetto domino, senza aspettarsi che sputasse fuoco in quella direzione; per un momento si era vista passare tutta la vita davanti. Perciò era finita con la schiena a terra contro i polpacci della povera malcapitata, o del povero malcapitato, seduta/o dietro di lei. Mi..mi scusi! Sono mortificata. Le caramelle, manco a dirlo, erano cadute dal sacchetto. Con un po' di fatica, ma cercando comunque di essere veloce, si era tirata su in piedi pronta a girarsi per chiedere di nuovo scusa, e a cercare il sacchetto perduto che molto probabilmente era finito sotto la panca. No capo circo, non si sta offrendo volontaria.

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    Per chi vuole, dato che non ho specificato, cade di schiena addosso a qualcuno :battimano:
     
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    Lui se ne stava lì sulle punte a studiare piuttosto incuriosito le reazioni dei vari folli che sgomitavano per andare a fronteggiare direttamente il temibile Ungaro Spinato che già scalpitava per fare il suo massacro. Quel suo scrutare venne interrotto solo dalla voce annoiata di MORGAN, professore di volo alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, che lo obbligava a tornare con le piante dei piedi bene in terra. A quella reprehenda sulla schiena dritta andò a piantare gli occhi cangianti sul professore, guardandolo glaciale e facendo fare alle spalle due piccole circonduzioni all'indietro "Così va meglio, Professore?" Domandò senza ombra di sorrisi e con voce ferma, mentre lo sguardo tornava a ricercare la zona dove il drago si sarebbe esibito "Anche io sono in pausa dallo studio e l'ultima cosa che ho in mente di fare è finire in quella gabbia" In quell'ammissione compiva mezzo passo in direzione del professore e della sua compagnia, venendo bloccato dal saltellare allegro di un'avvenente ragazza che lo accoglieva con un complimento al vestito "Grazie! Anche il tuo non è male!" Così andava a ringraziare la circense, dandole del tu e studiandone le forme e gli abiti che era stata costretta ad indossare per quello spettacolo. Quando gli venne detto del fiore andò ad aggrottare la fronte, non rispondendo subito e rimanendo a fissare perplesso il piccolo fiorellino sgualcito che veniva preso dalla ragazzina per essere messo nel suo giardino "Starebbe meglio fra i tuoi capelli" Oggettivo nel parlare, diretto come sempre nel parlava mentre cercava di togliere il piccolo fiore spiegazzato dal taschino così da tentare di allungarlo nuovamente verso l'interlocutrice. Quando gli venne chiesto dei massacri aggrottò vistosamente la fronte, scuotendo la testa un paio di volte prima di tornare a prendere parola con semplicità "In realtà non ero mai stato al circo...e se sono tutti massacri, quasi me ne pento..e nel caso..." Su quelle ultime parole abbassava la voce, lanciando una mezza occhiata verso MORGAN e cercando di mantenere un tono di voce intimo "Se mi obbliga ad affrontare quel drago, mettilo tu sul mio cadavere" Scherzoso e preoccupato dagli sviluppi che quello spettacolo poteva prendere

    interazioni: Morgan, Maesi
     
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    Irina Cléophée Hais Tanberg

    - Ce qui fait la nuit en nous peut laisser en nous les étoiles -

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    Sospirò pesantemente la donna nel vedere la povera Maesi alle prese con Morgan, di certo non il miglior intrattenitore per chi era nell’età dell’adolescenza e cercava di distrarsi facendogli gli indovinelli. Esibì un sorriso bonario nel sentire le sue parole, ma vedendo come ella saltellò via verso la prossima preda – Hall, che non era meno musone di Rottencrown – si sentì un po’ più sollevata. Magari uno studente, per quanto poco propenso, sarebbe riuscito ad offrirle una distrazione maggiore. Lei, di distrazioni, invece ne aveva ben tre ed erano una peggio dell’altra. La prima, che portava il nome di Kyril, la stava guardando con un’aria che non era riuscita a decifrare completamente, ma che istintivamente ricollegò alla sorpresa o all’incredulità. Dopotutto, era una donna ancora molto giovane e già si ritrovava sposata da diversi anni. La seconda, invece, era un po’ più silente della prima. Morgan, dopotutto, sapeva essere irritante in ben altri modi. La terza non era altro che suo marito. Mister Tanberg di certo non sembrava una persona per bene: aveva i tratti e l’accento tipici di chi veniva dalle regioni più a nord, dove il freddo regnava sovrano. Un gelo che non si sciolse nemmeno difronte alle allusioni del circense che, al contrario, riuscirono a fargli sfuggire un ghigno più che divertito, accompagnata da una risata piuttosto breve. « Capisco, anche se credevo che le frequentazioni mature di Irina, fossero meglio di così. » gli disse lui, poco toccato da qualsiasi cosa volesse dirgli il metamorphomagus, al contrario della donna le cui guance avevano assunto un colore molto vivo, indice di imbarazzo. Ella sentiva il volto accaldato e nemmeno quei brevi segnali che Morgan le stava lanciando riuscirono a mitigare quella sensazione. Abbassó lo sguardo quando lui cercò di incatenarlo al suo e si strinse nelle spalle poco dopo. Le parole di Morgan sembravano infatti aver strappato una smorfia sdegnosa ad Einar. « Non mi serve di certo che tu me lo venga a dire. Cerchi di fare il viscido? » sbottò perdendo di punto in bianco interesse nel trio. Si alzò in piedi, osservando i due uomini dall’alto in basso e poi voltò Irina verso di sé, rubandole un bacio per mero dispetto prima di lasciarli li ed avvicinarsi al dragone per osservarlo più da vicino, ma senza entrare tra i partecipanti a quella sorta di sfida, almeno per il momento sembrava volesse godersi il massacro. Irina, che era rimasta in silenzio fino a quel momento, sollevó lo sguardo verso i due maghi e li guardó per un lungo istante con aria sconvolta. « Tu n'as rien à dire pour ta défense?! » esclamò all’improvviso nella sua lingua madre e con un tono piuttosto arrabbiato. Mai aveva usato il francese con persone che forse nemmeno sapevano parlarlo. Era qualcosa che usciva di istinto solo in determinate occasioni, come il suo accento sporcato dalla terra madre che ora era perfettamente udibile. Osservò prima Kyril e poi Morgan, stringendo i pugni. « Sono più bassa di te! Ed ho i tacchi! » esclamò verso il circense, per poi voltare il viso verso Morgan. « E tu cosa volevi fare? Uscire con lui? » sbottò, lasciandosi andare subito dopo sul proprio posto. « Sono fregata. » sussurrò tra sé e sé, osservando con una punta di tristezza il dragone oltre la protezione. Fu proprio in quegli istanti che qualcuno sbatté contro le sue gambe. Una ragazza (ROSE) seduta davanti a lei che si era spaventata alla vista del fuoco. Osservò la giovane, controllando istintivamente se si fosse fatta male. « Non si preoccupi. » le disse, sforzando un sorriso che comunque risultò gentile. « Non credo siano ancora buone quelle caramelle, peró i due signori saranno felici di andarcele a prendere, no?» fece, sollevando lo sguardo verso Morgan e Kyril. Tornò subito dopo sulla ragazza. « Non si preoccupi del drago, la barriera è resistente e solo gli scemi lo sfidano. »


    code by Irina~



    « Irina »
    « Einar »

    Interazioni: Einar (PNG), Morgan, Kyril, Rose.
    Nominati perché troppo belli: Maesi e Adolph.


    Edited by Irina~ - 25/8/2022, 21:00
     
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    Osserva come il membro di casa HALL si sistema meglio con la schiena e così anche con la pianta dei piedi ben poggiata, in risposta ottiene da parte di Morgan un cenno del capo e così anche un sorriso leggero si forma sulle sue labbra, per quanto tutto quanto sia una strana combinazione dato i lineamenti annoiati e così anche lo sguardo. Le labbra si schiudono per un attimo così da proferire parola.

    «Molto meglio, si confà alla famiglia Hall. Per quanto il drago, me lo auguro o al ritorno da Hogwarts mi dovrà aiutare ad appendere un eventuale trofeo.»

    Spostando lo sguardo poi in direzione della situazione relativa il marito di IRINA e la stessa IRINA, tutto sembra sfuggire di mano, così anche la faccenda del viscido appare non toccarlo di prima persona. Osserva i movimenti compiuti da IRINA, conscio di cosa significhino e inspira con le narici, ma senza sbuffare, il petto gonfio fino a quando non tocca proprio alla stessa porre parola per rimproverarlo in francese. Piega il capo di lato e solleva il sopracciglio, un istinto naturale, ma si trattiene e lo abbassa, la lingua tocca l'interno della guancia sinistra e così procede in un repentino.

    «. . .»

    Una battuta sagace stava per uscire dalle labbra ma si ferma, solo la schiusa di esse sono rapide ma esce solo il silenzio. Osserva di come avvenga un piccolo incidente tra IRINA e ROSE, così sfrutta l'attimo per indietreggiare nella folla, la richiesta di IRINA carezza le sue orecchie, come ad averla preceduta nel conoscerla, annuisce, anche dopo aver visto le caramelle della fanciulla cadere. Nel suo indietreggiare nella folla si sofferma anche nel guardare KYRIL e ne fa cenno veloce con il capo, un sorriso ad essere una piega sottile, si pone leggero in sua direzione.

    «Me ne occupo io. Ma se volete seguitemi.»

    E' tranquillo nel suo proporsi e offrirsi, si gratta il mento un passare verticale del pollice dal passo verso l'alto sul collo mentre guarda IRINA. Scompare nel pubblico come abituato, nell'essere un'ombra, sguardo basso, movimenti lenti e al contempo repentini nello spostarsi dietro una schiena, oppure nell'avanzare in uno scatto, alla fine dando una immagine di sé priva di reali dettagli da perseguire. Qualcosa di naturale e fin troppo dentro la sua pelle per scacciarlo, alla fine, doveva interpretare il ruolo di sé stesso e anche ai tempi di Hogwarts queste sue capacità erano degne di nota, solo che ora le ha perfezionate.
    Arriva davanti al chiosco delle caramelle e le osserva, così da fare un cenno del mento come saluto, prosegue repentino nell'ordinazione.

    «Due confezioni tutti gusti, in una togliete il caramello. Più delle stecche di liquirizia, dieci.»

    Non perde tempo nel prolungare le mani e raccogliere ciò che gli è stato dato, in cambio sgancia qualche galeone, quelle monete scorrevano facilmente nelle casse dei Rottencrown, sempre di più, da quando è comune sussurrare riguardante i dogmi del sangue sporco o del sangue infangato. Qualcosa di non giusto per lui, ma il cambiamento non sarebbe arrivato con aggressività, di sicuro con il tempo. Scuote il capo leggero come per riprendersi dai suoi pensieri, avanza, scorre nuovamente lungo la folla e si sistema per posizionarsi nuovamente davanti al trio, o meglio, alle fanciulle. Muove ambedue le mani per porgere le rispettive confezioni verso IRINA e ROSE. La prima mancanti del gusto di caramello e la seconda invece con tutti i gusti possibili, nel rispecchiare il più possibile la confezione tipica del circo, così da ripagare ROSE della sua perdita. Una volta consegnate va con l'allungare tre stecche di liquirizia in direzione di IRINA.

    «Per farmi perdonare. Mi permetto però di dire: ho frasi di repertorio migliori per sedurre e non era quello il mio intento, ma ho reso male le parole.»

    Mormora e mostra un sorriso leggero rivolgendosi a IRINA, per quanto appaia dispiaciuto per quei frangenti, per poi guardare in direzione di ROSE, si fa serio nello sguardo, solo i tratti delle labbra possono dare all'esterno un ritratto di tranquillità e un misto di autorità, a sprazzi, anche severo invece per quanto riguarda i lineamenti del suo volto.

    «Non ho tolto nessun gusto, quindi spero non ci siano problemi. Nel caso riferitemelo, mi occuperò io di un secondo pacchetto.»

    Così una volta conclusa quell'affermazione si volge nei dintorni. Inspira con le narici e dopo quella pausa si sofferma anche su KYRIL, così da tendergli una stecca di liquirizia come in un cenno silenzioso se ne volesse una anche lui e cedergliela qualora avesse accettato. Per quanto ora con lo sguardo vada nel ricercare MAESI finita accanto ad ADOLPH.

    «Ragazza delle biglie. Maesi, giusto?»

    Un nome ascoltato nel marasma della folla, una vecchia abitudine e qualcosa che ha sempre posseduto, l'ascoltare ogni dettaglio. Mostra due strisce di liquirizia e così lo sguardo si muove verso ADOLPH.

    «Anche lei, Hall. Volete?»

    Una intenzione nel ripagare MAESI del tempo utilizzato e la pazienza usata, lui capace di spazientire chiunque, mentre per ADOLPH, non può sempre rimproverarlo, per ora. Così anche per sé porta una liquirizia alle labbra e guarda in direzione di ROSE.

    «Se ne volete una, signorina, chiedete.»

    Si limita nel suggerire mentre mangia la sua stecca di liquirizia dopo aver concluso di far il distributore di esse alle persone che hanno catturato il suo interesse, in un modo o nell'altro.


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    Interagito con: IRINA, ROSE, KYRIL, MAESI e ADOLPH.


    Edited by Morgan Rottencrown - 18/5/2022, 07:52
     
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